Conrad, il mare e quella ragazza …

Sradicato dalla propria terra, la Polonia. Esiliato poi in Siberia con la sua famiglia per l’attività considerata sovversiva del padre dallo Zar di Russia. Ben presto orfano di entrambi i genitori. Cresciuto da uno zio troppo incline agli agi di una vita decorosa, certo, ma anche maledettamente noiosa. Può la solitudine essere un vantaggio? Sì se affrontata in mare, vale a dire il Destino Supremo per Józef Teodor Nalek Konrad Korzeniowski.

Conrad-barco

Imbarcatosi a 19 anni dal porto di Marsiglia, la vita all’improvviso dischiude ogni ben di Dio. Avventure, amori, amicizie, ricchezze improvvise. Ma anche rovesci finanziari, sbalzi repentini d’umore, incontri ravvicinati con personaggi tutt’altro che raccomandabili. Una traversata via l’altra sbarca per trascorrervi solo qualche mese a Norwich, sud-est dell’Inghilterra. Lo coglie il sacro furore per i libri scritti in inglese. Lui, che già conosce alla perfezione polacco e francese, imparerà così bene la nuova lingua al punto di mettersi a scrivere, uno dopo l’altro, alcuni capolavori della letteratura moderna. Lord Jim, Nostromo, L’agente segreto, Cuore di Tenebra, ma soprattutto Il caso: romanzo in cui descrive minuziosamente e con sapiente maestria il carattere controverso di due uomini e due donne davvero indimenticabili per il lettore. Dicono che sia stata una tremenda delusione amorosa con una deliziosa ragazza originaria del Devonshire a fargli maturare la decisione di scrivere. Jozef Korzeniowski fu per tutti Joseph Conrad: per me un narratore sopraffino, da prendere a piccole dosi come i ricostituenti ogni volta che uno cade malato. Ah quanto vorrei averlo incontrato almeno una volta, con sullo sfondo il suo adorato mare, mentre mi parlava di quella ragazza che …

Where are you Jimmy now?

Where are you Jimmy now? Dove sei finito Jimmy ora? Sono passati ben 42 anni da quando la spiaggia di Brighton vide inabissarsi la tua moto. Ma tu, Jimmy, eri lì oppure …

Inghilterra, anno di grazia 1973. Gli Who sono al vertice della loro fama. Ah quel nome scelto per la band da un loro sincero ammiratore, quanto è azzeccato! Who? Chi? Stiamo parlando di quattro musicisti dal carattere uno più diverso dall’altro: scopriamoli uno alla volta, prima di capire come e perchè dal 1973 le loro vite e le nostre non sarebbero più state le stesse.

Intellettuale acuto osservatore dei suoi tempi, perfezionista sia sul palco che nello studio di registrazione, introverso, generoso: è la mente del gruppo il chitarrista Pete Townshend. Ha fama di chiudere le sue esibizioni live rompendo il suo adorato strumento: perchè lo fa? In Pete ci sono in parti eguali odio e amore, voglia di evasione e senso del dovere, legatissimo alla sua famiglia eppure stregato dal desiderio di raccontare fiabe che con la vita di tutti i giorni hanno tanti punti in comune.

Poi c’è la voce, riccioli d’oro Roger Daltrey. Ego forse spropositato. Perfetto amministratore di se stesso. Uno che quando s’arrabbia non le manda a dire a nessuno. Collezionista raffinato di auto di lusso, Roger sul palco affascina legioni di fans tirando fuori il meglio delle sue corde vocali come se le avesse scritte lui le canzoni che invece sono tutte o quasi composte da Pete. I due si stimano ma non si amano ma remano sempre nella stessa direzione: la band viene prima di tutto!

A far da collante c’è il bassista più originale e dotato di senso dell’umorismo della storia del rock britannico. John Entwistle nella vita e sul palco pensa solo a far bene il suo lavoro. Nasce come chitarrista ritmico. Poi con Pete arriva a fare una cosa straordinaria, unica nel suo genere: scambiarsi i ruoli, ritmica e melodia, mantenendo gli stessi strumenti.

Infine Keith Moon, il batterista. Un genio con un difetto congenito: completamente matto, quindi ingestibile a tutti i livelli. Beve come una spugna e usa tutte le sostanze stupefacenti possibili e immaginabili. Che incida in studio o che debba affrontare una lunga serata sul palco davanti a migliaia di spettatori, Keith non fa una piega. Sempre sull’orlo dell’autodistruzione. Però, davanti alla gran cassa e ai suoi amati tamburi, dategli due bacchette e, garantito al mille per mille, vi solleverà il mondo.

Ma torniamo a quel magico 1973. Pete è un ex Mod: un movimento artistico che fu anche scelta di vita per centinaia di migliaia di britannici stufi marci delle convenzioni sociali in voga fino ad allora. Quando entra in studio dopo aver composto ad uno ad uno i pezzi del doppio LP Quadrophenia è al limite dell’esaurimento nervoso. Ma non è che Roger, John e soprattutto Keith stiano meglio di lui: anzi! Duri mesi di lavoro, discussioni che spesso sfociano in litigate accese, ma la spiaggia di Brighton e Jimmy, il ragazzo che è andato lì alla ricerca del suo destino, prevalgono su tutto.
Quadrophenia, vale a dire quattro lati diversi del suo carattere, è godimento assoluto per le nostre orecchie quanto sarà fonte di disgrazie inenarrabili sui palcoscenici di Europa e USA per Pete, Roger, John e soprattutto Keith. Morì poco dopo per le sue scelte di vita eccessivamente autodistruttive, pace all’anima sua!
Sogno spesso di lui che, al cospetto di San Pietro e degli apostoli in una rivisitazione rock dell’Ultima Cena, fa finta di nulla e sposta la sedia a San Pietro prima che quest’ultimo si accomodi a tavola …
Where are you Jimmy now?Quadrophenia_pic

Noi chi? Ma quelli giusti!

Noi che amiamo la natura, il mare, la montagna, gli animali, gli sport di squadra che aiutano a socializzare. Noi che viaggiamo e non siamo mai sazi di farlo. Noi che leggiamo e, anche se siamo rimasti in pochi, continueremo a farlo fin quando la mente e la vista ce la faranno. Noi che vorremmo essere dappertutto e con tutti e non possiamo. Noi che abbiamo la febbre di vivere addosso e non facciamo nulla per combatterla. Noi che sorridiamo, sbuffiamo, ci agitiamo, ci rattristiamo per poi scoppiare a ridere sguaiatamente per un nonnulla. Noi che lottiamo, soffriamo, raggiungiamo traguardi che una volta conquistati si rivelano solo tappe di un itinerario che non sembra mai aver fine. Sì, propio noi, amiche e amici: quelli con la giusta voglia di vivere addosso, noi che non ci arrenderemo mai e poi mai! Noi chi? Ma quelli giusti!